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 Cultura e storia
    
   

La Pieve di S. Stefano di Mori

Mori è oggi una grossa borgata della Vallagarina, posta lungo la strada che porta al Lago di Garda. Un tempo Mori era il nome di una pieve o comunità parrocchiale, formata da alcuni paesi o "ville". Gli abitati principali erano probabilmente in antico Mori vecchio, posto alla sinistra del Cameras, e Tierno, posto alla destra. Tra questi due paesi vi fu, fino ad epoca recente, un certo antagonismo; ne è segno la chiesa di S.Stefano, eretta in tempi antichissimi, “ab immemorabili” esattamente a metà strada fra i due paesi, su una modesta altura alla destra del Cameras. 
La chiesa nel medioevo fu certamente molto importante, come attesta la grande torre campanaria a cuspide "ghibellina" o veronese, in cotto, con due ordini di bifore romaniche nella cella campanaria; essa era una delle maggiori dell'epoca lungo la valle dell'Adige. Della chiesa antica e medioevale, ricordata dal 1180, non vi è più traccia e l'edificio odierno fu riedificato nel 1617 e ampliato nel 1733; altri rifacimenti risalgono alla fine del diciannovesimo secolo e al 1920, con il restauro dei danni subiti durante la Prima guerra mondiale. Nella chiesa si ammira il maestoso altare maggiore, il cui progetto, con l'insieme del presbiterio, risale probabilmente a Cristoforo Benedetti, mentre l'esecuzione è da attribuire al figlio Teodoro Benedetti fra il 1740 e 1750; le statue degli angeli in adorazione furono scolpite da Domenico Molin mentre quelle di S.Pietro e di S.Romedio furono scolpite da un altro scultore operante nella celebre bottega dei Benedetti di Mori-Castione. 
La grande pala, dipinta da Gasparantonio Baroni Cavalcabò, ai suoi tempi molto apprezzata, andò perduta ed oggi ammiriamo una grande tela che raffigura il martirio di S.Stefano, dipinta dal pittore Giovanni Pock nel 1826. 
Il presbiterio con l'altare maggiore è maestosamente splendido nel suo insieme; meravigliano la grande corona, da cui si diparte l'ampio e straordinario tendaggio marmoreo, e le bianche statue, raffiguranti santi ed angeli adoranti. 
La chiesa con l'alto campanile è unita all'antica canonica decanale in un unico interessante complesso architettonico posto su piani diversi. Leonardo Contarini, patrizio veneziano, era arciprete di Mori al tempo del governo della Serenissima; egli nel 1483 costruì a proprie spese il grande edificio della canonica, posta sul lato meridionale della vasta piazza Cal di ponte

  

Le trincee

La linea difensiva del Creino e dello Stivo

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 Coordinamento testi: Katia Angeli, Norma Benoni, Michela Luise

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