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 Cultura e storia
    
   

Dal primo dopo-guerra ad oggi..

Il governo italiano promosse e impose l'aggregazione dei piccoli comuni, che costituirono amministrazioni maggiori.
Ronzo, Chienis, Manzano e Nomesino nel 1923 si unirono a Pannone, formando il nuovo comune di Pannone, governato da un podestà. 
Valle S.Felice preferì invece aggregarsi a Mori.
Nel 1971 anche Pannone, Manzano e Nomesino si unirono a Mori, che oggi comprende pertanto due terzi della Val di Gresta, mentre Ronzo e Chienis costituirono un nuovo comune. Nel 1928 anche Lenzima e Patone, con Reviano-Folas e Marano si aggregarono ad Isera. 
Per alcuni anni vi fu nei nostri paesi un certo benessere dovuto al reddito dell’agricoltura; successivamente e negli anni trenta ristrettezze e povertà furono più avvertite, anche se attenuate in Val di Gresta dalla diffusa piccola proprietà della terra e dalla cooperazione. 
Va inoltre ricordata la grande fabbrica d'alluminio della Montecatini di Mori, in funzione dal 1928 al 1983 e che dava lavoro ad oltre mille operai della Vallagarina, molti dei quali erano di Val di Gresta, mentre molta mano d'opera, prevalentemente femminile, era assorbita dalla Manifattura tabacchi di Sacco. 
Durante il secondo conflitto mondiale molti valligiani, arruolati negli alpini, combatterono, soffrirono e morirono sui vari fronti e particolarmente in Russia. 
Nei paesi della Val di Gresta si trasferirono molte famiglie di Rovereto e di abitanti di altre città e paesi “del piano”, per sfuggire ai pericoli dei bombardamenti e della guerra.
Dopo l’armistizio dell’otto settembre 1943 la Val di Gresta venne presidiata dall’esercito tedesco.
Sul Monte Biaena erano presenti alcuni partigiani, il cui compito era essenzialmente il controllo del transito dei convogli tedeschi sulla ferrovia del Brennero ed sulle strade della Vallagarina. 
Nel secondo dopoguerra la popolazione occupata essenzialmente nell'agricoltura presentò ancora aspetti di povertà o di ristrettezza economica e fu segnata dall'emigrazione fin verso la fine degli anni cinquanta, quando l'agricoltura specializzata negli ortaggi pregiati divenne più remunerativa.
Sorsero inoltre in Vallagarina molte fabbriche che produssero posti di lavoro; incrementò poi il reddito il modesto turismo familiare presente in tutta la valle. 
Negli ultimi tre decenni si accentuò, e continua tuttora, lo spopolamento dei paesi e particolarmente della bassa Val di Gresta, con un'emigrazione essenzialmente verso le città italiane e soprattutto verso il vicino fondovalle, a Mori ed a Rovereto. 
Nel 1971 in seguito ad un referendum si sciolse il comune di Pannone, la cui sede era già stata trasferita da alcuni anni a Ronzo in seguito ad un incendio del municipio. Varano, Pannone, Nomesino e Manzano, la cui superficie totale è di 1245,8033, si aggregarono al comune di Mori, che già comprendeva Valle S.Felice. 
Si costituì il comune di Ronzo-Chienis, la cui superficie è di ettari 1318,8179 e gli abitanti al censimento del 1991 erano 1012 (***). Al dicembre 1993 erano impiegati in tale comune 32 contadini di 1°categoria (45 iscritti) e circa 200 di 2°; vi erano 14 imprese artigianali con circa 10 dipendenti; 15 licenze commerciali e tre all'ingrosso; il resto della popolazione attiva lavorava nell'industria o nel terziario. 
Nel primo dopoguerra venne fondato a Chienis il Consorzio Ortofrutticolo di Ronzo-Chienis, che nel 1972 divenne Consorzio Ortofrutticolo di Val di Gresta.
La superficie coltivata raggiungeva i 400 ettari fino a tre decenni fa e probabilmente oggi è minore, per il progressivo abbandono dei terreni più scomodi e per la progressiva diminuzione del numero degli agricoltori; vengono inoltre abbandonati i prati ed i pascoli per la scomparsa del piccolo allevamento familiare ed allora tende a prevalere il bosco.
 

Le trincee

La linea difensiva del Creino e dello Stivo

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 Coordinamento testi: Katia Angeli, Norma Benoni, Michela Luise

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