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 Cultura e storia
    
   

Ronzo

Ronzo forma praticamente un unico centro con il vicino Chienis.
Negli ultimi decenni è stato in pratica cancellato l’impianto urbanistico originale formato da otto nuclei abitativi e ristrutturazioni pesanti hanno sovvertito i caratteri edilizi tradizionali con interventi per nulla rispettosi.
Poche sono le case che hanno mantenuto le caratteristiche originarie, con muratura in pietra, poggioli lignei, portali ad arco, finestre architravate in pietra, ma una ricognizione nella parte vecchia del paese, con strade strette e tortuose e una compatta edilizia, può rivelare sorprese interessanti e scorci caratteristici.
Ritroviamo case tipiche nella Contraa buazzera, a nord del paese, nella Contrada de Boleti, al centro, nella Contraa dei Ziaghi, dove le abitazioni si dispongono attorno alla strada.
A ricordo delle antiche attività artigianali – mulini, segherie, fucine - che integravano l’economia silvo pastorale del paese, rimangono un vecchio edificio situato lungo il rio Gresta, il Molim dei Nichelini, per lungo tempo proprietà dei Castelbarco, la Calchera, nome di una contrada dove si produceva la calce e un’antica fornace per la calce ai Fornai nel piano del Gombino.

Le trasformazioni edilizie hanno avuto ripercussioni anche sull’antica chiesa di S. Michele, sostituita dalla chiesa nuova negli anni Cinquanta e sottoposta a un progressivo degrado, che ha portato perfino all’amputazione dell’abside.
Solo di recente sono stati avviati lavori di restauro. La chiesa, costruita nel 1561 sul sito di una più antica, è dotata di un elegante protiro e di un campanile con bifore coperto da un’agile cuspide, sul modello delle torri campanarie dell’Archese. All’interno furono messi in luce nel 1950 a cura di Enrico Less affreschi raffiguranti l’ Annunciazione, la Trinità e figure di santi, opera dei pittori che nel Cinquecento affrescarono le chiese della Val di Gresta. Sono barocche invece le decorazioni della cappella di S. Francesco.

Inserire foto della chiesa antica, da fare

La chiesa parrocchiale nuova, tipica architettura ecclesiastica degli anni Cinquanta, ospita degli affreschi di Enrico Less raffiguranti S. Antonio da Padova, S. Rocco e S. Valentino. L’altare e il ricco tabernacolo in marmo sono opere settecentesche degli scultori di Castione e provengono dalla chiesa vecchia.

La devozione popolare è documentata dalle edicole devozionali del paese e dei dintorni, come il Caputei dei Feliciti, posto su un masso in località Pian del tornol, il capitello di S. Rocco, il Capitel dei Moreti, in località Cornei, edicola a due luci eretta nel 1960 su progetto di Enrico Less, che eseguì anche la decorazione pittorica con la Sacra Famiglia e S. Antonio da Padova.


Per saperne di più

GORFER, Terre lagarine, Calliano, 1977

Le trincee

La linea difensiva del Creino e dello Stivo

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 Coordinamento testi: Katia Angeli, Norma Benoni, Michela Luise

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